Lo scopo della Radioprotezione è quello di preservare lo stato di salute e di benessere dei lavoratori e della popolazione rispetto ai rischi di esposizione alle radiazioni ionizzanti di origine sia naturale che artificiale. Allo scopo di perseguire il suo obiettivo essa provvede, inoltre, alla tutela dell’ambiente. L’esposizione a tale rischio può determinare effetti nocivi sull’individuo irradiato e sulla sua progenie, dipendenti oltre che dalla “dose” ricevuta, da tutta un’altra serie di fattori e variabili. L’obiettivo della radioprotezione è dunque quello di prevenire in maniera assoluta l’insorgere di effetti dannosi di tipo “deterministico”, cioè di quelli effetti che si manifestano oltre una certa soglia di dose assorbita, e di limitare l’esposizione a livelli di dose considerati “accettabili” rispetto alla probabilità di accadimento dei cosiddetti “effetti stocastici”. La prevenzione dagli effetti deterministici viene attuata fissando dei limiti di dose ben definiti e sufficientemente bassi tali che nessuna dose soglia possa mai essere raggiunta. Il contenimento degli effetti stocastici si attua mediante il principio di “limitazioni delle dosi”, che si propone di contenere la dose a livelli più bassi quanto ragionevolmente ottenibili. Nel perseguire tali obiettivi, la radioprotezione fonda le sue radici su tre principi fondamentali: giustificazione, ottimizzazione e limitazione delle dosi.

In applicazione del primo principio, qualunque attività umana che comporterà una esposizione alle radiazioni ionizzanti deve essere preventivamente giustificata, nel senso che i vantaggi da essa derivanti siano netti e dimostrabili rispetto al rischio che ne può derivare per la società o per gli individui esposti.

Il secondo principio, accertata l’attuazione del primo, pretende che la pratica venga svolta in modo da mantenere i livelli di dose a valori più bassi quanto ragionevolmente ottenibile, tenuto conto dei fattori economici e sociali.

Una corretta applicazione dei primi due principi dovrebbe essere sufficiente a garantire un’efficace protezione dalle radiazioni, soprattutto ai fini della tutela della salute umana. Poiché ciò in taluni casi potrebbe non garantire una sufficiente protezione del singolo, specie per le esposizioni dovute alla combinazione di più di una pratica, è stato introdotto il terzo principio, secondo cui, nella forma recepita dalla legislazione italiana: “la somma delle dosi derivanti da tutte le pratiche non deve superare i limiti di dose stabiliti per i lavoratori esposti, gli apprendisti, gli studenti e gli individui della popolazione” (Art. 2_ comma 4_ D.Lgs. 230/95 s.m.i.).