Che cos’è il Radon?

Il Radon è un gas naturale, proveniente dal decadimento del radioisotopo Ra-226 originato, per decadimenti successivi, dal ‘capostipite’ U-238 diffusamente presente nella crosta terrestre in concentrazione variabile in funzione della particolare conformazione geologica. È radioattivo e decade con emissione di radiazione α producendo ‘discendenti’ radioattivi che emettono radiazione α, β e γ.

Da dove proviene?

Il radon si può trovare nelle rocce d’origine vulcanica quali tufi, porfidi, graniti, pozzolane, in alcune argille e gessi. Le caratteristiche geomorfologiche del sottosuolo costituiscono quindi la sorgente principale per l’accumulo di Radon indoor. In Calabria il materiale lapideo maggiormente radioattivo è rappresentato dal granito dell’altopiano silano.  Ma non può neanche trascurarsi la presenza del Radon nei materiali da costruzione ricavati dal riciclo di materiali contaminati, quali i cementi e le ceramiche prodotti con scorie di alto forno, i mattoni prodotti con fanghi rossi e i cementi di origine pozzolanica.

Quali pericoli per la salute può comportare?

Gli effetti dannosi del Radon sono dovuti proprio ai suoi ‘discendenti’ radioattivi presenti nell’aria legati al pulviscolo atmosferico che, se inalati, si depositano nell’epitelio bronchiale rilasciandovi dosi significative di radiazione.  Per gli effetti che questo gas radioattivo produce sulla salute umana, esso è stato classificato, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), come cancerogeno di Gruppo 1. La principale patologia riportata è a carico polmonare. Si stima infatti che, dopo il fumo di sigaretta, il Radon rappresenti la seconda causa di mortalità per tumore al polmone.

 

Contributi delle sorgenti di radioattività naturale alla dose efficace media mondiale (mSv) (UNSCEAR 2000)

 

Perché di recente se ne parla molto, se esiste da sempre?

In effetti, il Radon è sempre stato presente all’interno delle costruzioni ma è diventato negli ultimi decenni un problema serio per la coincidenza di due fattori:

  • l’acquisizione della consapevolezza della sua pericolosità in termini di aumento di rischio di effetti sanitari gravi;
  • la differente tecnica costruttiva di isolamento degli edifici e certe prassi abitative che hanno favorito l’aumento della sua concentrazione.

Quali sono i luoghi a rischio?

Nella problematica dell’inquinamento indoor e della qualità ambientale, il gas Radon va considerato come agente inquinante di elevato impatto sulla salute della popolazione

Il problema si presenta nei luoghi chiusi e in maniera particolare nei locali sotterranei e seminterrati, dove possono venire a formarsi concentrazioni anche molto elevate.

Il valore della concentrazione del Radon nell’aria nei diversi luoghi chiusi assume valori variabili da luogo a luogo, dipendendo da molteplici fattori, quali:

  • la diversa tipologia e struttura degli edifici e l’eventuale presenza di aperture per passaggio cavi e condotti, come pure di possibili crepe o fessurazioni, che realizzano differenti vie di penetrazione all’interno del Radon emanato dal suolo sottostante o anche da quello a contatto con le pareti perimetrali nel caso di vani interrati;
  • le caratteristiche di permeabilità al Radon dei rivestimenti alle pareti ed ai solai, che condizionano fortemente la diffusione del Radon negli ambienti, in particolare di quello proveniente dai materiali di costruzione];
  • il livello e le modalità di aerazione.

Le caratteristiche costruttive delle abitazioni, le condizioni microclimatiche delle stesse, e le abitudini di vita degli occupanti concorrono quindi a determinare in maniera sensibile i valori di concentrazione del gas.

Come si può sapere qual è il livello di rischio?

E’ buona norma effettuare un monitoraggio della concentrazione di attività del Radon, oltre che nei luoghi di lavoro previsti dalla normativa vigente, anche nei luoghi di vita particolarmente a rischio, quali i vani interrati e le cantine spesso utilizzati come ‘tavernette’ o per attività ricreative, come pure nelle intere abitazioni se collocate in zone individuate come esposte ad elevate attività di Radon.

Che tipo di strumentazione è richiesta per misuralo?

La strumentazione per misure della concentrazione di attività del Radon nell’aria, può essere di tipo attivo, basata su rivelatori che hanno bisogno di un’alimentazione durante la misura, o passivo, basata su rivelatori che non hanno bisogno di un’alimentazione.

Cosa si deve fare per abbassare il livello di rischio?

Quando i valori della concentrazione risultassero superiori a determinati valori sarebbe   necessario intervenire con azioni di rimedio al fine di poter ricondurre tali valori a livelli accettabili e non pericolosi. Naturalmente sono possibili diversi tipi di intervento per ridurre la concentrazione nell’aria del Radon nei luoghi di vita e di lavoro, la cui scelta deve essere effettuata sulla base di specifici studi e misure preliminari. E’ comunque sempre necessario che vengano effettuate misure anche dopo l’intervento di “bonifica” al fine di verificare il raggiungimento degli obiettivi prefissati in fase progettuale.

E per gli edifici di nuova costruzione?

È opportuno, per i nuovi edifici, procedere alla valutazione preventiva della possibile sussistenza del ‘problema Radon’, già in fase progettuale, al fine di consentire l’adozione di appropriati interventi contestualmente alla costruzione.